Come chi vede la luce in quel momento

Autore

Niccolò Bizzarri

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  • ISBN

    9788885568990
  • PAGINE

    88
  • PREZZO

    10,00

IL LIBRO

“La poesia di Niccolò Bizzarri è oro, perché ha origine nello stupore. (…)

Molte poesie della raccolta sono la registrazione nella memoria di un evento di cui si indaga la portata di luce e di forza. Le parole servono a scostare ombre, a rialzare lo sguardo, a mutare il pensiero in gratitudine. Lo stupore é infatti innanzitutto l’impronta che in noi provoca la forza dell’essere del mondo. 

La poesia mostra sempre come un uomo sta al mondo, e come se ne lascia improntare. Poi accade che il destino decida quanto debba essere incisa la forza di una poesia nella forza di una biografia. Nel caso di Niccolò, dolce ragazzo dell’infinito, l’incisione di poesia e destino mostra per tutti una vena d’oro.”

dalla quarta di Davide Rondoni

“La poesia di Niccolò Bizzarri è nata per la Verità, si muove alla ricerca del significato, spudoratamente, come si conviene a ogni artista vero.

L’utilizzo del metro in moltissima della sua produzione, delle strofe a rime incatenate, fanno esplodere ancora più ferocemente questa smania di senso, una costrizione formale che rende ancora chiara, cristallina, la missione prima della sua poetica: I tuoi occhi, lame dal cielo,/ mi hanno trafitto come coltelli…/ Mai soffersi tagli più belli:/ il mio cuore riscaldano dal gelo. La grazia, nella sua massima misura, nel suo sconfinamento nella brama di Dio, è senz’altro una delle caratteristiche immediatamente riconoscibili della poesia di Niccolò. Una grazia giottesca, innamorata, che si avvicina benignamente alla grandezza del Mistero perché fortificata da una cieca fiducia nell’attesa.

È proprio questa un’altra evidenza strabiliante.

Niccolò sa che l’attesa è essa stessa una forma d’amore, per chi sa confidare con serenità, vedere, leggere i segni che ovunque vincono il buio.”

Dalla Prefazione di Daniele Mencarelli

L’AUTORE

Niccolò Bizzarri nasce a Firenze il 10 giugno 1998. 

A due anni la diagnosi di una grave malattia degenerativa che lo costringerà sulla sedia a ruote. Non perde la gioia di vivere: il mare, la montagna, i compagni, l’università – Lettere Classiche, dove incontra un gruppo di amici che lo apre ancora di più alla vita.

Studia non solo per interesse personale ma in continuo confronto con la contraddizione che segna la sua esistenza.

Il 13 gennaio 2020 un banale incidente con la carrozzella ne provoca inaspettatamente la morte. Nel 2018 aveva iniziato a scrivere poesie, quasi per gioco. Poi l’incontro con un maestro lo spinse a iniziare un lavoro sulla propria scrittura. Nella drammaticità della sua condizione, dalla bellezza che riconosceva intorno a sé traeva gli indizi per una positività ultima del reale.

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