IL LIBRO

Cosa vede il poeta da “qui”, da un imprecisato punto di vista, uno stra-
no punto panoramico sulla vita, non indicato sulle mappe del libro se non per enigmi, per allusioni, specchi? Cosa vede da “qui” il poeta che alterna versi come sferzate a momenti delicatamente cerimoniosi, sulla scorta di un montalismo corretto da Caproni e da certe inartestabili visionarietà?
«il loro destino non è restare», recita un verso finale e fatale. Ma il non
restare è l’ultima parola, è davvero l’ultima scena che si vede da qui? Il libro corre in questo rischio supremo e feriale, tra amicizie, scene fa-
miliari, soprassalti, viaggi… Cristaldi è poeta che non si sottrae alla finezza e allo schianto. Sa leggere come pochi i moti dell’affetto e della autoscienza. Lo fa con una postura del dettato poetico accogliente e vibrante, ricca
senza mai divenire compiaciuta dell’ornatus che discende da una vasta
cultura. La poesia vaglia ogni sapere, non ne è mai figlia. E ogni sapere
vaglia, appunto, guardando “da qui”, dal limite dove tutto si svela.
Davide Rondoni

AUTORE

Sergio Cristaldi, 67 anni, insegna Letteratura italiana all’Università di Catania. Ha scritto su Dante, Vico, Leopardi, Fogazzaro e sul filone uto-
pistico del romanzo novecentesco. Fa parte del Comitato scientifico della Lectura Dantis Siciliana ed è membro della Société Dantesque de France.
Collabora a diverse riviste di italianistica. A Catania, dirige il Centro di Poesia Contemporanea ed è fra i promotori di Concordando, ciclo annua-
le di seminari sulla lirica del Novecento organizzato dal Dipartimento di Scienze Umanistiche. La sua prima silloge poetica, Turno R, è stata pub-
blicata da CartaCanta nel 2018.