I NOSTRI CAPOLAVORI: “Dalla morte al mattino”

Autore

Thomas Wolfe

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  • ISBN

    9788896629505
  • PAGINE

    248
  • PREZZO

    15,00

L’AUTORE
Thomas Clayton Wolfe è stato nelle parole di Faulkner «lo scrittore più talentuoso della nostra generazione», e personalità del calibro di Scott Fitzgerald, Maxwell Perkins e Jack Kerouac, tra gli altri, ne hanno ampiamente documentato l’importanza nella storia della letteratura americana.

Nato a Asheville, in Carolina del Nord, il 3 ottobre del 1900, frequentò Harvard e nel 1924 fu nominato professore di Letteratura inglese al Washington Square College di New York. Nel frattempo viaggiò tra Europa e Stati Uniti d’America, soggiornando per lunghi periodi in Inghilterra, Francia, Italia, Svizzera e Germania.

Nel 1925, Wolfe conobbe Aline Bernstein, costumista e scenografa al Theatre Guildw di New York, di diciotto anni più anziana di lui, con la quale ebbe per lungo tempo un turbolento legame amoroso.

Nel 1926 Wolfe realizzò la prima stesura di Look Homeward, Angel (Angelo, guarda il passato) che pubblicò con la Scribner nel 1929 dopo un paziente e attento lavoro di revisione compiuto su indicazione di Max Perkins per ridurre l’enorme mole del manoscritto. Il romanzo, fortemente autobiografico, ottenne un successo enorme e nel 1930 Wolfe poté ritirarsi definitivamente dall’insegnamento per dedicarsi esclusivamente
alla scrittura. Negli anni successivi realizzò tre lunghi romanzi e due raccolte di racconti.
Morì a soli 38 anni il 15 settembre del 1938.

IL LIBRO

Dalla morte al mattino è una raccolta di quattordici segmenti narrativi intensamente lirici, ritagliati con acume da un’unica, enorme opera che Thomas Wolfe non ha mai smesso di rielaborare durante i dodici anni che ha dedicato alla scrittura.
Il risultato di questo processo di riduzione, operato dall’autore insieme al suo editor Max Perkins, è una raccolta di limpidissime miniature, modelli esemplari della poetica wolfiana che si sostanzia nell’ambizione di creare un libro-fiume capace di contenere ogni possibile sfaccettatura della percezione umana. Da questo desiderio nascono le figure dei racconti di Wolfe, personaggi denutriti e avidi, che si muovono tra paesaggi lontani e inaccessibili, spesso in preda a visioni, presagi e incubi: il padre morente di I quattro uomini perduti che seduto sotto il porticato inneggia ai presidenti
della sua gioventù; l’uomo che, dopo averla “incontrata” diverse volte in città, dedica un’ode alla Morte, alla sorella, Solitudine, e al fratello maggiore, il Sonno in Morte orgogliosa sorella; l’esploratore spagnolo del racconto Polifemo che uccide gli indiani e saccheggia i villaggi, deluso per non aver trovato l’oro, perché il suo unico occhio non gli permette di vedere le ricchezze di quelle terre. E ancora il turbamento del ragazzo americano su un treno in viaggio attraverso la Baviera in compagnia di un uomo morente in Buio nella foresta, strano come il tempo. Mentre sullo sfondo si odono gli echi di Milton e Swift, Kipling e Shakespeare, Omero e le Sacre Scritture, Dalla morte al mattino restituisce al lettore con un linguaggio lirico e visionario, la tensione al soddisfacimento di un appetito insaziabile, di una fame senza requie, di un desiderio inesprimibile, inquietudini che accompagnarono Wolfe per tutta la vita.

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