Il Libro
La pupilla destra, ridotta a una fessura ancorata alla radice del naso, lo separa dagli altri, strabico, disarticolato. Doppio sguardo, due identità, una grande vita. Guercino, l’artista, che nei primi decenni del Seicento seppe coagulare l’insieme dei sensi umani sulla superficie di un dipinto.
L’uomo, che indagò l’amore e le passioni, il tormento e l’estasi; il rapporto drammatico con Lavinia, sua amata e musa; le lotte intestine del potere e la società del suo tempo, che ritraeva negli aspetti più miseri ma profondamente veri.
Doppie furono anche le sue maniere pittoriche: impetuosa e irregolare la prima, ispirata dal sentimento intenso e dalla sua mancanza; il secondo stile più pacato e spirituale, spogliato di ogni esuberanza verso una mistica liturgia.
Questo libro segue le vie che portarono alla trasfigurazione di Giovan Francesco Barbieri detto Guercino. Il 1629 segna il guado, quando il giovane Diego Velázquez compì la misteriosa visita a quel sommo pittore rintanato a Cento: anno di peste e conversioni, di guerre, lutti e rinascite.
L’autore
Massimo Pulini è figura poliedrica di artista e ricercatore, di scrittore e docente. Titolare della cattedra di Pittura all’Accademia di Belle Arti di Bologna è da diversi anni impegnato in ruoli civili e sociali. È promotore della Biennale Disegno sin dalla sua nascita e di varie rassegne culturali nel territorio riminese.
Ha pubblicato numerosi saggi sull’arte italiana del XVI e XVII secolo e curato esposizioni museali tra le quali le monografiche di Guercino (Cento 2001, Milano e Roma 2003-2004, Londra 2005).
A lui si devono i cataloghi ragionati delle opere di Andrea Lilio (Federico Motta, 2003) e di Ginevra Cantofoli (Editrice Compositori, 2006).
Per la casa editrice Medusa ha pubblicato quattro libri, riuniti nella raccolta La coperta del tempo (2008) e il monologo teatrale Caravaggio, nero fumo (2010). Nel 2011, per la collana I Cantastorie di CartaCanta, ha pubblicato il suo primo romanzo, Gli inestimabili, dedicato a un clamoroso quanto oscuro furto d’arte di un dipinto di Raffaello e di due di Piero della Francesca, avvenuto a Urbino nel 1975.
