IL LIBRO (dalla quarta di Giovanni Gazzaneo)
«Mai, non saprete mai come m’illumina / L’ombra che mi si pone a lato, timida, / Quando non spero più…». Così scriveva negli anni Quaranta Giuseppe Ungaretti.
Così continuano a scrivere Elio Ciol e Davide Rondoni, che però non hanno mai smesso di sperare. Anzi, è proprio quella speranza la sorgente del loro ricercare, contemplare, dire, offrire… Entrambi innamorati pazzamente della realtà fatta di uomini e cose, e di quell’inafferrabile soffio che tutto tiene, tutto sorregge, a tutto dà vita. Tutto, Elio e Davide lo sanno bene, è luce e ombra, ombra e luce. Ora si sono incontrati, il fotografo e il poeta, in un abbraccio di visioni e parole. Amano il bianco e nero, perché liberi da ciò che grava e impedisce alla vista di aprirsi all’orizzonte, e alla parola di incidere la pietra. Sono naviganti esperti, amano la profondità, sondano il cuore dell’essere, scrutano l’essenziale. Terra, cielo, acqua, e poi l’uomo, il lavoro, l’arte. Il soggetto è importante, ma molto più lo sguardo. Sguardo puro e senza tempo – come pura e senza tempo è la contemplazione – all’origine delle immagini, autentiche icone, all’origine delle parole, vive per gustare la vita. Sono frammenti di tempo liberati che rivendicano la dignità del per sempre, frammenti di spazio che hanno il respiro dell’universo, frammenti di bellezza e sentimento. Ideale e reale si fondono in unità non per magia ma per rivelazione, nell’attesa fiduciosa della luce che vince.
Giovanni Gazzaneo